FRONTEPAGINA NEWS
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Berlusconi il ritorno e gli italiani coglions a tutto tondo
lunedì 10 dicembre 2012
di Claudia Svampa
Alla fine non é servito a nulla un anno di Mario Monti. Certo abbiamo fatto sacrifici e rimodellato qualche stile. Abbiamo rispolverato il loden e accettato con più garbo un po’ di sobrietà per tutti. E a dire il vero il professore in dodici mesi di classe é riuscito anche a stemperare i toni dei titolisti più accalorati e a ridare all’informazione un colore più consono. Più educato si potrebbe dire.
Poi però il solo annuncio delle sue dimissioni e dell’ennesima possibile ridiscesa in campo di Berlusconi ha fatto eruttare i più compassati, tanto che anche una squisita signora come Luciana Littizzetto si é distratta per un attimo dai consueti walter e jolande per accalorarsi sul ritorno di “Berlu”, domandandosi, in conclusione, se il soggetto in questione (e i suoi) non abbiano “una pragmatica sensazione di avere rotto il c… “. Ma la Littizzetto, bisogna aggiungere, usa la satira con lo stile della feluca e un diplomatico, come é noto, é persona che sa come mandarti a quel paese in modo che tu non veda l’ora di partire.
Con il paventato ritorno di Berlusconi anche la concomitante notizia della morte di Riccardo Schicchi ha assunto toni folkloristici, rimbalzando sui social network con giochi di parole e accostamenti fra il re del porno e il sultano di Arcore. Ma la rete si sa, per quanto bizzarra, per quanto popolare, per quanto a volte volgare, resta la piazza pubblica delle idee individuali, il bar virtuale e collettivo, l’agorà sgangherata ma democratica.
Ciò che inquieta invece é che con la ririri-discesa in campo di B gli italiani siano diventati ufficialmente tutti dei “coglions” bipartisan, senza più via di scampo. Sia che votino Pd, sia che votino Pdl.
Perché se é vero che nel 2007 Berlusconi diede dei “coglioni” agli elettori di sinistra, seppur con un’arzicocolata perifrasi che suonava come una scaramantica lusinga – “Ho troppa stima dell’intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possono votare facendo il proprio disinteresse” – ora é il Fatto Quotidiano che con un’acrobatica rivisitazione di un testo di Lucio Dalla, “l’anno che verrà” stigmatizza che “con le nuove elezioni senza grandi disturbi qualcuno sparirà, qualcuno canterà come un Grillo, qualcuno di nuovo Casinerà … Saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età a farti vincere, e questo si sa già”.
Ma giacché “cretini di ogni età” deve essere sembrata un po’ light come definizione per indicare i supporters del Cavaliere, il quotidiano di Padellaro & Travaglio ha pubblicato una più chiara lettura critica del Caimano secondo l’articolista: “La sua capacità di sedurre le menti è abbacinante. E l’Italia è un popolo di poeti, santi, navigatori e anche coglioni”.
Insomma, comunque vada saremo coglions. Il fantasma di Berlusconi che aleggia e la sguaiatezza lingustica che prorompe inossidabile al suo apparire restano un binomio senza speranza.
Come i giovani choosy del governo Monti. O i figli adolescenti della generazione scialla. Scialla, mugugno verbale di un pensiero assente: non ho niente da dire, lasciami in pace.
E allora scialla, gli italiani, very choosy, lasciamoli in pace.
Poi però il solo annuncio delle dimissioni di Monti e dell’ennesima possibile ridiscesa in campo di Berlusconi ha fatto eruttare i più compassati