Le quote rosa di Mara Carfagna
mercoledì 16 marzo 2011
di Claudia Svampa
Poi parleremo di quote rosa. Perchè prima, almeno oggi, al nome di Mara Carfagna il colore che più si addice è il rosso. Rosso sulle gote, ad esempio, perchè più che di altezzosa superiorità la signora delle non pari opportunità oggi avrebbe bisogno di esibire un po' di sano senso del pudore.
Quel desueto sentimento che serviva a mantenere stabili i confini tra gli onesti e i furbetti, tra la verità e la bugia, tra il presentarsi come collega del marito di un'altra e l'esserne additata quale amante.
Mara Carfagna è riuscita a collezionare, nella sua improvvisa e folgorante carriera di ministra più bella del mondo un record presso chè impossibile da emulare anche per le più ambiziose e avvenenti superfan arcorine bungabunghiste: quello di aver sdoganato l'outing a mezzo stampa non di una ma addirittura di due “cornute doc” in una manciata di anni di legislatura, entrambe signore dallo stile riservato che pure hanno reso pubblica la sua passione privata per i loro rispettivi mariti.
E nemmeno due signore di secondo piano: una la first lady Veronica Lario coniugata Berlusconi, l'altra la produttrice televisiva di lungo corso Gabriella Buontempo moglie di Bocchino. Due tipe insomma che in piazza non hanno mai messo volentieri la propria biografia ufficiale, figuriamoci la web cam della stanza da letto.
E se quest'ultima liaison di Mara Carfagna ha almeno il pregio giornalistico di metterci al riparo da ogni futura querela all'ingrosso nell'accostare il Bocchino alla Carfagna, non si può non chiedersi se per scrollarsi tanto faticosamente di dosso l'immagine chiacchierata - concomitante con il suo ingresso a Montecitorio - di sussurrata coprotagonista di intercettazioni telefoniche a luci rosse e battutine da caserma sul sesso orale, fosse proprio indispensabile lasciarsi andare ad un inciucio fedifrago con un accappatoio di cotone bianco e un collega di militanza nera di nome Bocchino...
E ora le quote rosa. Citiamo l'agenzia AGI del 9 marzo scorso: "Interventi come quello sulle quote rosa nei Cda, che ha avuto oggi un via libera importante - ha detto il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna - possono aiutare a cambiare l'immagine della donna. Questa e' l'immagine della donna che intendiamo sostenere e diffondere". Da donna a donne, ministro, è lecito nutrire qualche ragionevole sospetto e preventiva presa di distanza da quell'immagine di donna che a noi fiorisce in mente quando parlate di “sostegno” e “diffusione”?
Saremo senza dubbio tutte un po' avanti con gli anni e infinitamente meno calendarizzabili al suo cospetto, tuttavia il rosa delle sue quote ci sembra viri, vagamente, verso un rosso ruby-rubino, un rosso un pelino hot per comprenderne a pieno il concetto di pari opportunità.
Non che ognuno in camera da letto non possa fare ciò che vuole e con chi vuole, ci mancherebbe, ma così, a spanna, suonerebbe più glorioso appendersi la medaglietta del solito idraulico collaudato dalla tradizione, del personal trainer o del parquettista etnico gnocco piuttosto che bissare il sospetto di una relazione-di-sostegno maturata in ambito professionale.
Perchè poi anche le mogli ne hanno un po' le balle esauste di passare sempre per allocche ancor quando sono le prime a percepire i fastidiosi fremiti della passioncina che inebria. E alla fine scatta, inesorabile, quella vendetta trasversale e storica che rende pubblico il televoto dello sputtanamento. Questione di sopravvivenza fra impari opportunità.
Giacchè molte mogli tra i mariti altrui e il proprio - sarà l'esperienza di lungo corso – non vedono alla fin fine questo gran salto della cavallina. Avrà certamente modo di verificarlo a breve, convolando a giuste nozze, ma entrambe le categorie, a lungo andare e ad ancor più lungo convivere, finiscono sempre per lasciare tanto la tavoletta del wc alzata quanto il tubetto del dentifricio strizzato al centro. Che siedano a destra o a sinistra.
Da intriganti chef una tantum nel quotidiano sviluppano tutti una comune idiosincrasia per la spesa settimanale, i colloqui con gli insegnanti dei figli e una fastidiosa avversione per il cesto della biancheria sporca. Entrambe le categorie infine nel ménage a due hanno maggiore attitudine ad attribuire alla compagna più che una quota-rosa una una quota-parte della loro vita, e raramente, creda, è quella principale e di migliore qualità.
Ma c'è dell'altro in chi in realtà non ha un gran bisogno di quote perchè si sa quotare da sola e sapendo quanto vale sa come farlo valere.
Si chiama dignità, altro termine desueto ma incontestabilmente prezioso per scolpirsi il fisico nella migliore palestra del mondo: quella delle proprie forze, capacità e impegno, che attribuisce alle camere da letto la magia dei luoghi più attraenti e divertenti del parco giochi della vita, e non i crediti strategici da agenda lavorativa. Altrimenti come avvertiva Honorè de Balzac “una notte d'amore è un libro letto in meno”. E magari proprio quel libro in più sarebbe stato illuminante.
Mara Carfagna è riuscita a collezionare, nella sua improvvisa e folgorante carriera di ministra più bella del mondo un record presso chè impossibile da emulare anche per le più ambiziose e avvenenti superfan arcorine bungabunghiste: quello di aver sdoganato l'outing a mezzo stampa non di una ma addirittura di due “cornute doc”